Quel soleggiato primo di novembre salimmo nel gruppo degli Spalti di
Toro-Monfalconi, in quel superlativo anfiteatro roccioso che pare creato
proprio per custodire e difendere la formazione rocciosa più bizzarra
della regione, il Campanile di Val Montanaia. Con l'auto di Desy
percorremmo la sterrata che porta al parcheggio di Pian Fontana, poco
sotto il rifugio Pordenone. Seguendo il sentiero che costeggia il rio
Val Montanaia giungemmo in poco meno di due ore al cospetto del
Campanile. Notammo alcuni alpinisti si stavano attrezzando per iniziare
la salita sullo slanciato monolite mentre molti escursionisti, davvero
tanti per il periodo, stavano sostando nei pressi del bivacco Perugini.
Ci unimmo a questi ultimi sedendoci un po' ad ammirare l'incredibile
panorama che ci circondava... L'anfiteatro roccioso che racchiude il
Campanile è chiuso ad est dalla Croda Cimoliana e dalla croda Montanaia,
a nord dal Monfalcon di Montanaia e da Cima Both mentre ad ovest Cima
Emilia e gli altri Spalti di Toro completano il semicerchio. Si potrebbe
rimanere ore a guardarsi attorno, ogni volta si noterebbe qualcosa di
nuovo: una guglia, una cengia, un canalino, una forcellina... Più di
tutto quel giorno colpirono la mia attenzione le grandi cenge
orizzontali che tagliano un po' l'intero gruppo a varie altezze.
Le
cenge sono un po' come le rughe sui volti delle persone, sembrano raccontare con discrezione
la loro millenaria storia. In questo fiabesco contesto mi fermai per una decina di minuti ma, non ancora pago della meta raggiunta, poco dopo decisi di partire alla
volta della cima Emilia. Desy invece - e come biasimarla - preferì rimanere a godersi il caldo
pomeriggio nei pressi del bivacco. Partii seguendo inizialmente il
sentiero verso forcella Montanaia, la forcella che divide Cima Both dal
Monfalcon di Montanaia. Un po' prima ghiaie terminale svoltai a sinistra
imboccando una traccia di sentiero che traversando sotto il versante
meridionale di cima Both mi permise di raggiungere la forcella che
separa Cima Both da Cima Emilia (forcella del Campanile). Da lì alcuni
ometti mi portarono all'interno della castello sommitale. Cengette,
canalini e una paretina friabile e non proprio banale mi fecero
guadagnare quota rapidamente. Ricordo anche che ad un certo punto
intrapresi una piccola variante alla via normale aggirando, tramite una
cengia leggermente esposta sul lato Campanile, uno sperone che si supera
invece più agevolmente sul lato ovest. Cambiò poco, in breve mi trovai
comunque sul versante ovest della montagna e improvvisamente apparirono
davanti a me tutte le cime dolomitiche... Pelmo e Antelao, la piramide
della Tofana di Rozes, Cristallo, Tre Cime e Tre Scarperi... Che
emozione! Che giornata splendidamente tersa, si poteva vedere
addirittura il profilo dello spigolo giallo della Cima Piccola... Pochi
passi e un paio di canalini ingombri di sassi mobili mi permisero di
giungere sulla piccola cimetta, sufficiente ad accogliere al massimo 3-4
persone. Il Campanile che prima svettava sopra di me appariva da lassù piccolo e vulnerabile mentre le bancate rocciose tutt'attorno
sembravano da qui ancora più imponenti. Rimasi in cima il tempo sufficiente
per fare alcune foto, poi iniziai la discesa. Incontrai poco sotto la
vetta un signore solitario che probabilmente mi aveva seguito a distanza
e che era intento a fare delle foto ai colossi dolomitici ad occidente
che avevano colpito anche la mia attenzione durante la salita. Scambiammo due parole e
ripresi la discesa che seguì la via percorsa in salita fino ad un
canalino poco più in basso della paretina friabile. Avevo letto che dal
canalino si poteva scendere rapidamente vero il bivacco tramite ghiaie
mobili, optai per questa soluzione che mi pareva più rapida. Scesi
davvero veloce anche se il ghiaione non risultò mai davvero piacevole:
inizialmente si svolgeva su ghiaie ripide e dure mentre in un secondo
momento le ghiaie diventano troppo grosse e con massi instabili che
richiedono attenzione e agilità. Feci pertanto un po' di rumore
attirando l'attenzione degli escursionisti che ancora stavano attorno al
Campanile; tuttavia in pochi minuti terminai la discesa arrivando sul
bel prato su cui giace il bivacco Perugini. Mi ricongiunsi con Desy e
consumammo assieme il nostro spuntino. Poi a malincuore dovemmo lasciare
questo paradiso per tornare nel mondo "normale".
Salita 1h45' minuti al bivacco, per la cima i ricordi mi dicono circo un'ora e 30' salita e discesa. La paretina secondo me di I+ richiede particolare attenzione per via del ghiaino e della roccia non proprio solidissima. Rari ometti guidano la via.
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Il Campanile |
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Pelmo e Antelao. Si intravede la piramide della Tofana di Rozes |
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Verso il Cridola |
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La paretee e le cenge della Croda Montanaia |
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Cima Both e Monfalcon di Montanaia |
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Le dolomiti, dal Cristallo ai Tre Scarperi passando per le Tre Cime |
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Forcella Cimoliana e il sentiero inizialmente seguito e abbandonato per tagliare verso sinistra |