sabato 1 novembre 2014

Cima Emilia

Quel soleggiato primo di novembre salimmo nel gruppo degli Spalti di Toro-Monfalconi, in quel superlativo anfiteatro roccioso che pare creato proprio per custodire e difendere la formazione rocciosa più bizzarra della regione, il Campanile di Val Montanaia. Con l'auto di Desy percorremmo la sterrata che porta al parcheggio di Pian Fontana, poco sotto il rifugio Pordenone. Seguendo il sentiero che costeggia il rio Val Montanaia giungemmo in poco meno di due ore al cospetto del Campanile. Notammo alcuni alpinisti si stavano attrezzando per iniziare la salita sullo slanciato monolite mentre molti escursionisti, davvero tanti per il periodo, stavano sostando nei pressi del bivacco Perugini. Ci unimmo a questi ultimi sedendoci un po' ad ammirare l'incredibile panorama che ci circondava... L'anfiteatro roccioso che racchiude il Campanile è chiuso ad est dalla Croda Cimoliana e dalla croda Montanaia, a nord dal Monfalcon di Montanaia e da Cima Both mentre ad ovest Cima Emilia e gli altri Spalti di Toro completano il semicerchio. Si potrebbe rimanere ore a guardarsi attorno, ogni volta si noterebbe qualcosa di nuovo: una guglia, una cengia, un canalino, una forcellina... Più di tutto quel giorno colpirono la mia attenzione le grandi cenge orizzontali che tagliano un po' l'intero gruppo a varie altezze.
Le cenge sono un po' come le rughe sui volti delle persone, sembrano raccontare con discrezione la loro millenaria storia. In questo fiabesco contesto mi fermai per una decina di minuti ma, non ancora pago della meta raggiunta, poco dopo decisi di partire alla volta della cima Emilia. Desy invece - e come biasimarla - preferì rimanere a godersi il caldo pomeriggio nei pressi del bivacco. Partii seguendo inizialmente il sentiero verso forcella Montanaia, la forcella che divide Cima Both dal Monfalcon di Montanaia. Un po' prima ghiaie terminale svoltai a sinistra imboccando una traccia di sentiero che traversando sotto il versante meridionale di cima Both mi permise di raggiungere la forcella che separa Cima Both da Cima Emilia (forcella del Campanile). Da lì  alcuni ometti mi portarono all'interno della castello sommitale. Cengette, canalini e una paretina friabile e non proprio banale  mi fecero guadagnare quota rapidamente. Ricordo anche che ad un certo punto intrapresi una piccola variante alla via normale aggirando, tramite una cengia leggermente esposta sul lato Campanile, uno sperone che si supera invece più agevolmente sul lato ovest. Cambiò poco, in breve mi trovai comunque sul versante ovest della montagna e improvvisamente apparirono davanti a me tutte le cime dolomitiche... Pelmo e Antelao, la piramide della Tofana di Rozes, Cristallo, Tre Cime e Tre Scarperi...  Che emozione! Che giornata splendidamente tersa, si poteva vedere addirittura il profilo dello spigolo giallo della Cima Piccola... Pochi passi e un paio di canalini ingombri di sassi mobili mi permisero di giungere sulla piccola cimetta, sufficiente ad accogliere al massimo 3-4 persone. Il Campanile che prima svettava sopra di me appariva da lassù piccolo e vulnerabile mentre le bancate rocciose tutt'attorno sembravano da qui ancora più imponenti. Rimasi in cima il tempo sufficiente per fare alcune foto, poi iniziai la discesa. Incontrai poco sotto la vetta un signore solitario che probabilmente mi aveva seguito a distanza e che era intento a fare delle foto ai colossi dolomitici ad occidente che avevano colpito anche la mia attenzione durante la salita. Scambiammo due parole e ripresi la discesa che seguì la via percorsa in salita fino ad un canalino poco più in basso della paretina friabile. Avevo letto che dal canalino si poteva scendere rapidamente vero il bivacco tramite ghiaie mobili, optai per questa soluzione che mi pareva più rapida. Scesi davvero veloce anche se il ghiaione non risultò mai davvero piacevole: inizialmente si svolgeva su ghiaie ripide e dure mentre in un secondo momento le ghiaie diventano troppo grosse e con massi instabili che richiedono attenzione e agilità. Feci pertanto un po' di rumore attirando l'attenzione degli escursionisti che ancora stavano attorno al Campanile; tuttavia in pochi minuti terminai la discesa arrivando sul bel prato su cui giace il bivacco Perugini. Mi ricongiunsi con Desy e consumammo assieme il nostro spuntino. Poi a malincuore dovemmo lasciare questo paradiso per tornare nel mondo "normale".

Salita 1h45' minuti al bivacco, per la cima i ricordi mi dicono circo un'ora e 30' salita e discesa. La paretina secondo me di I+ richiede particolare attenzione per via del ghiaino e della roccia non proprio solidissima. Rari ometti guidano la via.

Il Campanile

Pelmo e Antelao. Si intravede la piramide della Tofana di Rozes

Verso il Cridola

La paretee e le cenge della Croda Montanaia

Cima Both e Monfalcon di Montanaia



Le dolomiti, dal Cristallo ai Tre Scarperi passando per le Tre Cime


Forcella Cimoliana e il sentiero inizialmente seguito e abbandonato per tagliare verso sinistra




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