sabato 28 novembre 2015

Amarianute, una piacevole scoperta

Siamo a fine novembre ma le belle giornate autunnali sembrano non volerne assolutamente sapere di lasciare il passo a quelle più fredde e cupe invernali. Mi viene chiesto dalla mia dolce metà un giro "easy", come dice lei. Ci penso su un attimo, scarto alcune mete già visitate... Mi manca l'Amarianute, potrebbe essere il giorno giusto. Il dislivello non penso superi i 700 metri e due sentieri completamente rimessi a nuovo di recente permettono di percorrere un bell'anello. Partiamo alla volta di Tolmezzo per una strada che conosco fin troppo bene, lavorandoci da un po'.  Ad Amaro prendo la strada per Pissebus, poco dopo un ponte noto il cartello che sale sui Rivoli Bianchi di Tolmezzo e parcheggio la macchina in uno spiazzo sul bordo della strada. Si sale subito in un ambiente che per molti forse non ha niente di particolare ma che personalmente ho avvertito spettacolare. E pensare che un tempo era un'area militare di contorno alla polveriera, che spreco! La pendenza è lieve, si è circondati da vegetazione a basso fusto, sembra di stare in qualche caratteristica zona del far-west americano, quelle che si vedono nei western anni '60 per intenderci. Arriviamo al bivio dove notiamo subito le due alternative, noi utilizzeremo il troi di Martin per salire e il troi di Cjadin per scendere. Le difficoltà dei due sentieri mi sono sembrate analoghe ed entrambi a mio parere meno impegnativi di quanto avessi letto in giro. La salita porta in breve ad un primo terrazzo panoramico dove, specialmente chi non ha mezzi per fare salite importanti, ci si potrebbe anche accontentare della meta. Ci fermiamo un po', facciamo due foto e ripartiamo. Poco prima di entrare nell'ultima parte del sentiero in cresta, se di cresta si può parlare, incontriamo un giovane impegnato a tagliare un albero pericolante per mettere in sicurezza il passaggio. Scambiamo due chiacchiere con lui, sembra essere un bravo ragazzo e soprattutto deve avere molto a cuore questo sentiero per salire qui con tutto quel materiale, di sabato mattina, per effettuare un intervento del genere. Prima di arrivare in cima il panorama si apre improvvisamente e maestoso sulla vicina Amariana che da questo lato, quello da dove prende le sembianze di un triangolo perfetto, appare veramente grandiosa anche per effetto della distanza ravvicinata. La bella giornata autunnale, il cielo blu e qualche leggera velatura fanno il resto. Arriviamo in cima dove si nota poco sotto anche la forcella di congiunzione tra i due massicci. Dall'altra parte inizia il sentiero "Della Marta" del quale però non riesco a scorgere la targa di inizio e tanto meno riesco a intuirne il percorso. Il versante ovest dell'Amariana sembra davvero impercorribile, sarebbe quasi impensabile pensare di poter arrivare in cima da qui con un sentiero alpinistico di difficoltà limitate al 2° grado. Mangiamo qualcosa, faccio delle belle fotografie al panorama ma in particolare a Desy,  con questo scenario sarebbe veramente un peccato non immortalarne anche la sua bellezza! Le giornate si stanno accorciando pertanto dopo la bella sosta decidiamo di scendere per l'altro sentiero. Avevo letto da qualche parte che era ripido ed esposto, l'ho trovato sì ripido ma non veramente esposto. L'unico consiglio che si può dare, svolgendosi il tracciato su prati ripidi, è di evitarne la percorrenza con terreno bagnato o innevato. Il resto della discesa scorre veloce e piacevole.

Dislivello 700 metri, tempo di salita 1h30', discesa1h escluse soste


Sulla comoda cresta finale
Il balcone a metà tracciato

Il corso del tagliamento e più lontano il lago di Cavazzo


Bella, mostra da qui il suo lato migliore

Il dirupato versante ovest

Il cielo crea effetti particolari...

Vista ampia fino al Coglians-Cjanevate

Un pranzetto con questo contorno... Può la vita offrire di più?